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362 | predica decimaquarta |
le genti, che l’uno non potrà governare l’altro. Nè questo non bastarà. Mandarà guerra tanto grande, che non si potranno lavorare le terre1, e non ricógliarete nè biada nè vino; che seguitarà poi tanta grande carestia, che voi vedrete morire i vostri propri figliuoli per fame. E però dice: Sin autem venio tibi, et movebo candelabrum tuum de loco suo, nisi poenitentiam egeris: — Se tu non farai penitenzia, io verrò a te, e móvarò il tuo candeliere del suo luogo, — con questi modi ch’io t’ho detto o simili.
Terza, dichiarare. Sai che fa Iddio? Udiste voi mai uno vulgare, che per certo elli è dritto e sta bene? Quando Idio gastiga il gattivo, Idio li dà una adversità, dicendoli: — tolleti questo. — E colui dice: — O questo perchè a me? — Perchèee2? Perchè tu te l’abbi. Non lo intende un popolo, quando elli ha di queste cose; chè bene che cognoscano il loro stato, non dicono se non: — eh, noi siamo mal capitati! — Ma fa’ almeno una cosa: che se uno dice: — o perchè è questo? — dì almeno: — elli è per li nostri peccati. — E però, o popolo sanese, ricognoscie il bene che tu hai da Dio, e ritorna a lui con la penitenzia, se vuoi campare da’ grandissimi suoi fragelli, che spesso manda nelle patrie per li peccati loro.
Coglie insieme: Suscipiens Iesus in coelum ingemuit, et alt illi: ephphetha, quod est adaperire. Dove hai veduto tre visioni: prima, corezione3 della quale vedesti [negligenzia, tiepidezza et impotenzia: Habeo adversum te. Si-