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predica decimaquarta 359


vi gastigarà. Elli vi darà un dì uno scrullo1 al candeliere et alla lucerna dove sta il lume, che ’l farà presso che cascare. Doh! non voliate stare senza il lume della buona conscienzia. Nemo lucernam suam accendat et ponat sub modio; sed super candelabrum ut luceat omnibus qui in domo sunt:2 — Non pónare la lucerna sotto lo staio, dove non farebbe lume, ma ponla in sul candeliere, acciò ch’ella faccia lume a tutti gli uomini e a tutta la casa. — E nota che il candelieri è la città, quando ella è ben retta. Vede ora tu come la tua città di Siena dà chiaro splendore. O città di Siena, tu sei il candeliere, e ’l candele è il buono stato3. Sai quando Idio dà al candelieri lo scrullo? Sai quando? Quando elli viene nella città fra’ cittadini divisioni e battaglie o altro. E però dice Idio: — Io movarò il candeliere forse a siiggetto vivare, et celera et ceterone4. Credete voi che ’l mal vivare aspetti se non bastonate? Guardati, città, chè già in altra l’avete udito essere adivenuto5. Però a voi sta. Chi vorrà giustizia, l’àrà. Chi vorrà misericordia, l’àrà. Chi vorrà pace, l’ârà; ma se tu caschi in terra, tardi ti rilevarai.

Ode l’esemplo che dice santo Luca a xiij cap. Dice Cristo, che elli fu uno che aveva una vigna dove elli

  1. Scrullo, voce ancor questa usatissima dal popolo sanese, per Crollo, Scossa, Urto.
  2. Il passo, tolto al cap. xj, vers. 33, del Vangelo di san Luca, così dico nella Volgata: Nemo lucernam accendit, et in abscondito ponit, neque sub modio; sed super candelabrum, ut qui ingrediuntur, lumen videant.
  3. Qui stato equivale a Governo.
  4. Significa, ridurrò il popolo e la città di Siena a servitù. E ripete il suo modo scherzevole, già indietro notato.
  5. È da credere che alluda a Firenze, la quale in quegli anni era in guerra col Duca di Milano, e inquieta per le molte gravezze che a mantener gli eserciti doveva sopportare.