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predica decimaquarta | 355 |
fetto cuore; come fa ’l fanciullo il quale è caduto nel fango, et elli è piccolo1, che non si può rilevare senza aiuto. Elli piange e dice: — mamma, mamma, aitami; — e la mamma l’aita, e tràlo del fango, e truovalo imbrattato. Egli si vede così imbrattato, et a sè stesso gli pare star male, e scuotesi il meglio che sa o può. O peccatore, se’ cascato nel fango, e non ti puoi levare senza aiuto? Grida almeno, e chiama la mamma di tutti i peccatori, dicendo: — O Vergine Maria, aitami. — Ed ella che è piatosa ti porgiarà la mano, e aiteratti a cavare del fango.
L’altro,2 il portare il tabernacolo, dimostra che sempre tu vada di virtù in virtù, e dolersi dell’offesa fatta a Dio, a modo che fece santo Petro quando elli ebbe negato Cristo tre volte: elli si ravvidde, et flevit amare. Elli pianse amaramente, e poi si guardò di non cascare più in peccato, ma sempre fu poi svegliato in operare cosa che fosse onore e gloria di Dio, a modo che disse David quando era uscito del peccato: Infiammatum est cor meum, et renes mei commutati sunt; et ego ad nihilum redactus sum, et nescivi:3 — Elli è infiammato il mio cuore, e so’ annichilito, che so’ ridotto a niente, e le mie reni e le mie concupiscenzie so’ commosse. — Simile debbi far tu, o peccator ricaduto: torna a Dio et accusati del tuo peccato, dicendo: — Signor mio, io ho fatto il tal male e ’l tale: Signor mio, perdonami. E se tu farai così con vera intenzione, per certo tu sarai aitato da lui.
Terza via e diligenzia, et prima opera fac; — e fa’ le prime operazioni buone che tu hai lassate. — Udivi la