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354 predica decimaquarta


lictum, superabundabit et gratia1: — Dove abonda il delitto, soprabonderà la grazia. — Dico che ella ebbe più grazia che se avesse meno peccato, che perchè ella considerò il grande peccato suo, ella spesso si ricordava, e dolendosene col cuore piangeva con contrizione, e però avanza la grazia sopra del peccato suo. Sai come puoi assimigliare uno che è cascato più volte ne’ peccati et elli si pente? Proprio a un cavallo il quale è pónto dietro perchè vada, ed è tirato dinanzi, e per l’una forza e per l’altra elli viene ad andare; chè elli dall’uno lato è sospénto, e dall’altro tirato. Così un’anima quando ha avuto grazia da Dio, ella considera il peccato suo, che elli ha fatto contra a Dio, e pentesi. Dall’altro ha auta la grazia da Dio, e per questa è sospénta dietro e tirata dinanzi. Chè so’ due offizî a pégnare2 l’anima a Dio, come tu hai nel Libro de’ Numari e nel Levitico. L’uno offizio era a portare l’arca, l’altro a guardarla: l’uno manteneva il tabernacolo, l’altro era a portarlo; et era offizio dei levitici mantenere il tabernacolo e portarlo. A mantenere questo tabernacolo dell’anima bisogna che Mio c’infonda della grazia sua, e che ci ponga la mano colla sua potenzia. Inde David profeta: Emitte manum tuam de alto, eripe me et libera me ec.3 — Signore, aitami colla tua mano potente, et aitami contra i miei nemici, cioè contra i miei peccati, i quali sempre mi stanno d’intorno a la mia conscienzia. Così domanda aiuto l’anima caduta, del peccato pentendosi con per-

    re; e familiare può dirsi che gli fosse, dove s’abbia considerazione alle molte volte che lo rammenta o lo cita.

  1. Epistola ad Romanos, cap. v, vers. 20, che nella Volgata sta così: Ubi autem abundavit delictum, superabundabit gratia.
  2. Vale a dire, a spingere.
  3. Salmo cxliij, vers. 7 .