farai: almanco saranno buoni a farne giornee per soldati! Io so’ andato colla mia bilancia bilanciando Italia1. Io ti prometto, io ti prometto che e’ mi par vedere mal segno, e che questo or può più ratto intervenire, che none già il provareste, se non fusse che ’l sangue sanese è un sangue dolce; ma io ci vorrei vedere uno sentimento saldo, saldo, e non per ogni cosa voltarvi così di subito, come voi fate2. Che così vi voltate in uno subito al male come al bene: che voi consideraste3 un poco a quelle cose che vi vengono alle mani, e non essere tanto subiti, spezialmente dove voi vedete il pericolo. A lassare il male dico che voi fareste bene di lassarlo subito, e tardi ripigliarlo. Elli è tanta differenzia da voi e Perugini, quanta è dal cielo alla terra4. O donne, io feci là una predica delle vanità loro, che vi feci una cosa là oltre che non feci qui; che sette some di capelli loro e dei loro magagnani5... Avete voi vedute delle sacca della bombagia? Così furo quelle sette sacca; ma elli vi fu una balla scielta che fu stimata parechie migliaia di fiorini, e tutte quasi le loro vanità so’ levate via. Della battaglia che vi si faceva, che era cosa tanto sterminata
- ↑ Cioè, studiandone, esaminandone la condizione presente. Trovammo la stessa locuzione nella Predica undecima, pag. 277
- ↑ Rimprovera a’ suoi concittadini un vizio antico e costante, la volubilità e leggerezza, che ben poco distano da quella vanità, per la quale gli avea punzecchiati un secolo prima il divino poeta.
- ↑ È sottinteso, vorrei.
- ↑ Nella Predica quarta, pag. 97, ha chiamato Perugia una città fatta secondo il suo cuore, e tra le città italiche la più netta da vizi. Qui ne rinnova con più ampiezza le lodi.
- ↑ Così leggono tutti i Codd., meno il Cod. Sen. 5 che ha, delle loro magagniane. È evidente la mancanza di alcune parole; ma è tuttavia agevole l’intendere che il Santo riuscì a persuadere alle donne perugine di riunire insacca le loro code ed ogni loro vanità, e a distruggerle, torse in una pubblica piazza.