Giovanni nello Apocalisse nei terzo cap. — O anima tepida, scio opera tua: — Io so l’operazioni tue. — Io so i fatti tuoi meglio io dormendo, che tu non li sai veghiando: io so ciò che tu fai e come tu se’ fatto: Quia neque calidus es tu; — tu non se’ caldo di carità; — neque frigidus, — nè anco non sei freddo1 per timorosità; — sed quia tepidus es, iam incipiam te evomere2 — perchè tu non se’ nè freddo nè caldo, io ti cominciarò a vomicare;3 però che essendo tu così tiepido in fare bene, tu mi fai muovare lo stomaco. — Sai, l’aceto tiepido, che è la medicina da fare vomicare. Doh! guarda nell’aqua: so’ due verità: prima ella è ghiaccia: volendola tu fare calda, ella va a uno grado, cioè che ella diventa tiepida. E lassandola pure al fuoco, ella si parte poi dal tiepido e vassene al caldo. Così per contrario, se ella è calda e tu la levi dal fuoco, subbito4 viene a questo grado d’essere tiepida; e come è tiepida, mai non si ristà, chè ella va all’altro grado, cioè a èssare fredda e ghiaccia, come ella era prima. Così fa un’anima che è ghiaccia e vuole salire al caldo dello amor di Dio. Prima si parte dal ghiaccio e va al tiepido, che si comincia a riscaldare; e non fermandosi qui, ella persevera e va al caldo, sì che ella va di bene in meglio. Ma quando uno è caldo e torna al tiepido, oh quanto va male! Non vedi come costui va all’arieto? E però non ti fermare in questo stato; ritorna a far bene, e riscaldati, acciò che tu non facci vomicare il Signore, imperò che a Dio dispiace molto la tepidezza: se questo tepido non si guarda, elli
- ↑ Il Cod. Sen. 6, frigido.
- ↑ La Volgata: Sed quia tepidus es, et nec frigidus, nec caliduus, incipiam te evomere (Apocalisse, cap. III, vers. 16).
- ↑ Per vomitare, come ha il Cod. Pal.
- ↑ Il Cod. Sen. 6, subbitamente.