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XIV. iI I i I I i ! i ! In questa seguente predica diremo di coloro che cominciano a far bene^ e poi tornano adietro^ e come Idio gli ha in odio, Suspiciens lesus in coelum ingemuit,^ et alt illi^ : Ephphetha,^ quod est adaperire (lierum ubi supraf Di nuovo^ dilettissi- mi, il nostro maestro e signore lesu Cristo benedetto alzò gli ochi al cielo, et anco lagrimò cognoscendo il peccato nostro, et in esso stando noi tanto ostinati, elli disse: Ephptetha^ apriti* apre 1’ echio dello intelletto, apre l’orechia coll’effetto alla salute. Ode, e poi fa’quelle cose che bisogna per salvarti, o popol mio. Cittadini miei, operante la divina grazia, noi aviamo fatto uno buono oparazzo.* Io dissi ieri a’Signori ^ quello che fu di bisogno : ora dirò a voi altri insieme co’ loro pure con pura e buona carità. E volendo incominciare, ci conviene stamane vedere e dichiarare quello che dice Giovanni nello Apocalisse al sicondo capitolo nella prima Chiesa, ^ dove a tutti vi dice così: Habeo adversum te (alcuni testi dicono pawca, io non dico sì, ma dico bene

  • Gli altri Codd., compreso il Palermitano, operozza.

2 Cioè, ai Priori e Governatori del Comune, per eccellenza appellati pu- re i Signori. 3 Cioè, la Chiesa di Efeso, la prima delle sette Chiese dell’Asia Minore, per le quali P Apocalisse fu scritta.