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predica decimaterza 321


[E Giovanni ci dimostra tre ordini di giudizio],1 quando esso è disposto a punire il peccato di qualunque disordine sia, grande, o sodomia, o adulterio, o odio, o ciò che si sia.

Prima, vigore.

Sicondo, rigore.

Terzo, terrore.

El primo è vigore, e portanelo questo che dice, che quello angiolo chiamava e gridava con grande voce: Clamavit voce magna. O questo perchè? Perchè è? Quare tempus tacendi, et tempus clamandi:2 — Tempo è da tacere, e tempo è da gridare. — Doh! oh, elli è sì bella cosa a imparare alle spese altrui; chè chi impara alle spese altrui, fa a salvo il suo! Doh! io voglio che ognuno l’oda e impari questo ch’io voglio dire. O fanciulli, imparatelo anco voi quando tace Idio e quando grida. Sai quando tace Idio? Quando d’una terra non se ne dice altro che tranquillità. Sai quando grida? È quando esce l’angiolo del tempio di Dio. Doh, sarò io inteso, io? N’ho sì grande voglia, sai, quando... quando pare che le pietre gridino che ’l popolo díe mal capitare; o quando il popolo fa una cosa che deba avere gattivo fine; che ognuno aspetti qualche male. Doh! che mi ricorda di uno che andava a fare una guerra non giusta; per la qualcosa ognun diceva: — costui capitarà male. — O chi fu colui che cavò questa boce3, che costui capitarebe male? Fu l’angiolo. Io vi voglio parlare domani alla dimestica, e così mi credo che voi crediate ch’io

  1. Qui pure mancano al nostro Testo le parole che sono chiuse tra parentesi.
  2. Ecclesiaste, cap. iii, vers. 7, ma invece che clamandi la Volgata ha loquendi.
  3. Gli altri Codd., cavò fuori questa voce.