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predica decimaterza 315


rum:1 — Di gloria e d’ onore tu l' hai coronato. Signore: tu gli hai posto una corona in capo ritonda, la quale di- mostra èssare senza principio e senza fine. — E dice che era d’ oro, perfìgurando2 l' onore grandissimo dato al fi- glio. Et anco hai una figura nello Apocalisse, che con tutto che anco lusserò di quelli che erano incoronati, dice che quando viddero costui quelli incoronati, viginti quatuor se- niores capientes coronas ipsorum et ponebant coronam in ter- ram coram agno;3 — ch’ e’ vintiquatro vechi incoronati, quando viddeno questo Cristo Iesu incoronato con tanto onore , si trassero le corone loro e poserle in terra di- nanzi a lui. — E però seguita : et constituisti eum super opera manuum tuarum : — Tu l' hai costituito et ordinato a giudicare tutti gli uomini che mai furono o saranno. — E come l' oro è sopra tutti i metalli, così costui era sopra tutti i savi. Dove tu il puoi comprèndare, però che tutti si trassero le corone loro, e ponevanle in terra quasi dicendo:4 — il nostro sapere a rispetto del tuo non è nulla. — E questa è la sua vera cognizione.

La siconda si è vera discrezione ; dove dice Giovanni: Et in manu sua falcem acutam:5 — Aveva nella sua mano una falce acuta. — E perchè dice della falce acuta ? Perchè per essa ci è dimostrate tre cose che díe avere ogni persona che ha discrezione vera; dico tre condi- zioni.

Prima, debba far ben per sè.

Siconda, deba dar legge buona e che s’ osservi.

  1. Vers. 6 e 7 del salmo viij. I Codd. leggono : et posuisti eum super opera ec.
  2. Gli altri Codd., figurando.
  3. Non così la Volgata; e veggasi tutto il cap. quarto dell’ Apocalisse, donde l'Autore ha più o meno tolte queste parole.
  4. Il Cod. Pal. e gli altri Codd. Sen., quasi dicessero.
  5. Apocalisse, cap. xiiij, vers. 14.