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312 | predica decimaterza |
Viri Galilaei, quid statis aspicientes in coelum? — O uomini di Galilea, o scuorati, o acoràti, che state voi qui a mirare in cielo? Come esso andò, così verrà a giudicare. E Giovanni nell Apocalisse dice: Ecce veni super nu~ bem candidam;1 — sopra la nuvila candida; — e non crédare pure che in lui sia pure solo il giudicio futuro, ma elli è anco al presente; chè elli giudica sempre, come tu vedi, quando di mortalità, quando guerre, quando fami, quando nimistà, quando infermità, quando se’ cacciato di casa tua, e simili cose. Tutti questi so’ giudicî di Dio2.
Terzo, conviene che ‘1 giudice sia savio per modo che non si lassi ingannare, nè mai si rimuova nè per lusènghe nè per minaccie; però che so’ di quelli che sanno tanto ben dire, che fanno rimuòvare il giudice il quale ha a giudicare; et anco so’ di quelli che ogidì per le cose le quali Idio lo’ manda per vero giudicio, che essi dicono: — O Idio, se tu fussi qui, io ti mostrarei con ragione che tu non fai bene a darmi questo giudicio. — A Dio sta a giudicare tutte le creature umane: non sta a te, giudice, di giudicare il religioso. Elli è posto a ordine tutti quelli che hanno a giudicare, e chi elli non hanno a giudicare. El religioso de’ giudicare il religioso, e ’l secolare il secolare. Chi è quello che taglia la testa col suo giudicio? Pure il secolare. Chi tiene la signoria di Siena? E’ Signori3: i Signori possano giudicare tutti i secolari, e non niuno religioso; imperò che se Idio ci giudicasse in quanto che elli è Idio, et non in quanto è uomo, essendo tu uomo tu ti potresti lagnare di lui di-