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310 | predica decimaterza |
tivo, elli fa e’ più grandi scalanbroni1 che tu vedesse mai! Elli non si saltarebero a piei giònti. Isaia a xviiij capitolo: Ascendit Deus super nubem levem, et introivit in Aegyptum:2 — Salì il Signore sopra la nuvila leve, et intrò in Egitto: — Giovanni dice: — Io viddi una nuvila candida. — Quale fu questa nuvila candida? Fu la carne pura di Cristo, la quale esso prese della gloriosa Vergine sua Madre, quando incarnò di lei di Spirito Santo, leggiera da ogni colpa. E però disse: Ascendit Dominus super nubem candidam et levem: — Salì Idio3 sopra nuvila candida e leggiera; — quando Verbum caro factum est; et Introivit in Aegyptum; et entrò in Egitto, quia habitabit in nobis4. — E questo è per la nuvila, la quale nuvila è veramente la luce del mondo; e questo è per la splendida vita sua, tutta piena d’ogni buono amaestramento. Et esso stesso dice: Ego sum lux mundi: — Io so’ la luce del mondo, e senza me nulla si può fare; — imperò che esso Cristo fu il fondamento d’ogni nostra buona operazione. Omnis Christi actio, nostra est instructio: — Ogni sua opera è per nostro amaestramento. — E però dico che la vita e la dottrina che egli ci ha insegnato, è suffiziente, operandola noi, a darci vita e gloria. Vide ergo nubem candidam. E sia per la prima verità.
La siconda verità e condizione di colui che giudica, díe essere in tranquillità. Quia ubi regnat affectus, perit omne iuditium: — Dûe regna l’affezione e la passione dell’animo, manca e perisce ogni giusto giudizio. — E però dice Cato: Ira impedit animum ne possit cernere ve-