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xxvi vita del santo


Trovò santo Bernardino una forma di predicare molto utile e necessaria a’ popoli, di dannare e mettere in abominazione i vizi quanto fusse possibile, e laudare e mettere in alto le virtù. E perchè dopo la sua vita fusse chi ne potesse pigliare frutto, compose dua degnissime opere da predicare; l’una si chiama il Vangelo eterno,1 dove dà grandissima notizia delle virtù, e della natura degli abominevoli vizi, acciò che ognuno se ne potesse guatare; e l’altro è il libro de’ Sermoni, pure predicabili; dove in questi dua libri ha ordinate tutte le prediche che si possine predicare in uno anno; ed evvi drento grandissima notizia; in modo che i più de’ frati della Osservanza di quello Ordine, seguitano lo stile di santo Bernardino. Erano in modo moltiplicati i vizi nel tempo suo, che non bastava nè santo Tommaso nè Buonaventura; bisognò che venissino nuovi scrittori, come vennono santo Bernardino e l’arcivescovo Antonino, che scrivessino e cavassino il mondo di tanta cecità in quanto egli era; e così feciono.

Avendo predicato santo Bernardino anni quarantaquattro per tutta Italia, e in città e castella e ville, acciò che il verbo di Dio fusse comune a tutto il mondo, bene che fusse d’assai buona complessione, secondo le fatiche che si vede aveva durato, ch’erano insopportabili, gli vennono le gotte, ed era tormentato dal male di fianco, che gli dava sì veementi dolori e passione: aggiugnevasi un’altra infirmità delle morici, ch’era tormentato di flusso di sangue. Avendo queste tre infirmità, non lasciava che quando lo tormentavano; come egli poteva punto riavere gli spiriti, non lasciava che egli non predicasse, o componesse, o desse consiglio a chi glie ne doman-

  1. È il secondo tomo delle Opere.