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296 | predica decimaseconda |
dicendo: — dammi tale e tal cosa; — se lo speziale piglia il primo bossolo, o il primo vagello che egli truova per dare la medicina allo infermo, mai non guarisce per quella. Imperò che se lo infermo ha bisogno della medicina da guarirgli lo stomaco, et egli li dà la medicina da curarli il capo o il braccio, mai non guârrà per i quella: se sempre elli stesse co’ medicine, curandosi in questo modo, mai non guarisce. E però dico, che volendo guarire della infermità, bisogna fare la medicina che sia atta all’infermità dello infermo. A proposito: el predicatore si conviene che predichi di quelle cose che bisogna per la salute del popolo, che lo sta a udire: e però dico, che ’l mio pensiero è di volere curare il difetto vostro, a giusto mio potere.
Ricordovi, perchè giovedì che viene, è festa, cioè Santo Agostino, e ben vorrei fare una predica di lui, ma lassarolla stare, perchè vego maggior bisogno a dire d’altro. E sapete che dopo ieri fu la festa1 di Santo Lodovico, la cui festa facciamo all’Ordine nostro, e sa— pete che io non predicai di lui niuna cosa, nè ine nè qui,2 però che io viddi che era più utile a vostra salute | ch’io predicasse di quello ch’io vi predicai, che dire di lui3. Sicchè giovedì io vorrò fare una carità, et usarla in verso di voi, e sarà di quelle medullose. Che perchè io sento che ci so’ di quelli che vogliono ben vivare, e per questo io voglio fare una predica nel vostro Palazzo ,4 e farò ragione d’èssare vostro vescovo, e
- ↑ Il Cod. Sen. 6, fu la festività.
- ↑ Meglio che nella stampa e nel Cod. Sen. 6, che hanno: nè me ne curai.
- ↑ E volsi lassare il proprio per lo comune. Così seguitano i Codd. Sen. 5 e 6,e così pure la Ed. Mil.
- ↑ Gli altri Codd. e la stampa hanno questa notevole aggiunta dopo le parole nel vostro Palazzo: E voglio predicare a tutti quelli del Reggi-