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292 predica decimaseconda


avete voi in questa vostra Italia! Eh, più che non furono mai tanti italiani a cavallo, quanti voi ce ne vedete oggi! La proprietà che hanno in loro quale è? Va’, che se ci capita uno francioso o d’un’altra parte, sempre hanno temenzia d’uno taliano che no ’l tradisca. Ode bel nome che ellino portano atorno! E forse che ’l portano a torto? Oimè, ch’io temo, temo, temo, temo, che tanta gente ragunata e non sia la disfazione di molte parti! Tu non leggesti mai che la gente italiana fussi tanto multiplicata, quanto ella è oggi. Noi aviamo tanta gente in Italia, che mai non ce ne fu tanta. Aspetta, aspetta, andarai più là, e vedrai cos’ha andare. Dico che chi non è uso di durar fadiga, sai; e anco vi voglio dire di chi non è uso d’arme, sai1. Voi avete fatte le mura buone e forti, e avete fatto bene; ma meglio son le mura ecc. che non so’ quelle2. Io dico: ecce equus; ecco il cavallo aparecchiato; che ci so’ tanti cavalli, che per certo o di colpo o di rimbalzo elli si farà anco qualche cosa. Tempo è da fare il testo, e tempo è da fare la chiosa. Io to ora il testo; fa’ la chiosa tu, quando tu vuoi. Oh, se tu intendessi quello che io intendo, io! Io tengo che questi italiani so’ camara di tradimenti, e sanno il dritto e ’l riverscio3. E però guarda, guarda..

La siconda verità si è il capitano già mandato. Il capitano è quello il quale signoregia la brigata, e però dice: et qui sedebat super eum. E colui che sedeva sopra di lui che fa? Va’, legie al viiij capitolo nello Apocalisse, dove trovarai di lui che dice così: Et vidi stellam de caelo cecidisse in terram, et data est ei clavis putei abyssi.

  1. Così in tutti i Codici.
  2. Vera lacuna qui non si vede nei Codici, ma qualche parola manca evidentemente.
  3. Gli altri Codd. e la stampa, il rovescio.