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predica decimaseconda |
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chi di freddo, quando di paura di non essere assaltati e mortaghiadi; e così talvolta lo’ interviene. Sòvi anco de’ feriti mal governati; morire come bestie. E con tutto ch’essi vegghino e tochino e sentino tutte queste cose, ogni dì so’ più volontorosi a fare ogni male. Considero da l’altro canto i servi di Dio: non disagio, non puzza, non freddo, non caldo, non paura, non sospetto, non fame, non sete; nondimeno sempre hanno pietà di chi fa contra la volontà di Dio. E i gattivi, non che eglino si dolghino del male che fanno, ma incresce lo’ del male che vorrebbero fare, e non possono: de’ quali è detto quello che è scritto: Quia prudentiores suntfilli tenebrarum, quam filii lucis in generatione sua:1 — Più priidenzia hanno i figliuoli delle tenebre, che i figliuoli della luce, nella sua generazione. — E’ figliuoli delle tenebre, cioè quelli che so’ iniqui e gattivi, sempre vanno cercando ogni iniquità che possono fare, per fare male capitare coloro a chi portano odio o invidia. Et in questo si fanno manigoldi di Dio. Inde disse Naum profeta al sicondo capitolo: Clipeus fortium eius equus ignitus: viri exercitus eius in coccineis:2 — Lo scudo dei suoi forti è il cavallo del fuoco e gli uomini dello esercito. —
E’ cavalli rossi significano la malizia del diavolo, e gli uomini che vi so’ su, so’ i manigoldi, pure iniqui e pessimi. Simile, anco i popoli che so’ vestiti di rosso, cioè di sangue, so’ vestiti della insegna del loro magiore, cioè dello sterminatore: come fa lui, così tutti quelli che tengono con lui; egli è vestito di rosso, così è il cavallo tutto pieno di sangue. O Italia, come ti pare stare? Male, credo. Quanti cavalli
- ↑ Vangelo di san Luca, cap. xvj, vers. 8; ma nella Volgata dice così: Quia filii huius saeculi prudentiores filiis lucis in generatione sua sunt.
- ↑ La Volgata: Clypeus fortium eius ignitus: viri exercitus in coccineis. È il vers. 3.