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che io avevo predicato all’ aurora quattro ore; e quando io venni, a vedere a uno a uno tutti venivano a me di-i cendomi : — che vi pare che noi facciamo? — E ri-’ mettevansi in me, ch’io gli consigliasse. Allora conside- rando la loro buona volontà senza ninna contrarietà, co- minciai a dire come questo fatto voleva andare. Essi dicevano , che questo stava solamente al signore. E1 si- gnore era molto mio domestico. Io li dissi quello di’ io volsi, consigliandogli nel bene operare. Nondimeno fa- cendo io r arte mia del predicare, lassai adoperare a Dio et a loro. E nel mio predicare mi venne detto delle sterminate strida che fanno F innocenti dinanzi da Dio, contra coloro i quali senza loro colpa lo* fanno patire pena ; domandando vendetta di coloro che gli hanno perseguitati. E tanto F entrò nella mente questa parola, che essi fecero uno consèglio nel quale vi fu tanta unione, che fu cosa mirabile: nel quale si prese, che ciascuno di costoro potesse tornare a casa sua. Poi partendomi da Crema, andai in uno castello, il quale era di lònga forse’ dieci miglia, e parlai a uno di quelli usciti, il quale aveva lassato in Crema tanto del suo, che valeva circa a quaranta migliaia di iìorini : il quale mi domandò: — co- me stanno le cose ? — Et io gli dissi : colla grazia di Dio 1 C. i tu tornarai a casa tua, imperò eh’ i’ ho saputo molto bene di loro intenzione. Elli si fece molto beffe di quello ch’io’ gli dicevo : e da inde a poco * elli li venne uno messo mandato da Crema, il quale li disse come egli poteva tornare a suo piacere a casa sua. Et udendo così, perr Fallegrezza eh’ egli aveva, egli non poteva mangiare, nè i bere, nè dormire. Egli venne a me, e tanta era la letizia che egli aveva, che non poteva favellare ; e stette così I La stampa con gii altri Codd. : e da ind^ a poco tempo.