da’ Sanesi, che, sendo morto il vescovo loro,1 facesse santo Bernardino, elesselo papa Eugenio, e andò la elezione a Vinegia, predicandovi una quaresima; e avutala, gli funno appresso molti cittadini sua amici a confortarlo che l’accettasse, e massime uno uomo da bene e di buona coscienza, molto a lui noto, che si chiamava Michele di messer Piero Pennini, uomo litterato, e nel quale erano molte laudabili condizioni. Dopo più ragioni che aveva mostrato a santo Bernardino perch’egli doveva accettare questo vescovado, e di quanto bene sarebbe cagione, istato santo Bernardino a udire le ragioni df Michele, finito che ebbe dire quello che voleva, se gli volse e sì gli disse: — se voi mi vedete mai altro abito che questo di santo Francesco in dosso, dite che io non sia frate Bernardino; così io ho fatto proposito, e così ispero, piacendo a Dio, di osservare. — Allegovvi tante ragioni, che Michele non potè rispondere; e così scrisse a papa Eugenio2, che fusse contento a dare questa degnità a uno altro, e lasciarlo perseverare in questo ufficio delle predicazioni, come aveva fatto infino al presente dì. Papa Eugenio, veduta la sua volontà, e veduto il frutto che faceva nelle sua predicazioni, none lo volle isforzare più che si volesse. Fu eletto a dua altri vescovadi,3 e fece il simile come aveva fatto di questo. In ogni cosa mostrò la sua integrità dell’animo e la sua immutabile costanza. Dannava ogni vizia universale, e massime la mala-
- ↑ Il cardinale Antonio Casini; non morto, ma trasferito nel 1427 ad altra sede. Il che avvenne non già sotto il pontificato di papa Eugenio, come Vespasiano scrive, ma bensì al tempo di Martino V, che fu papa dal 1417 al 1431 (V. in questo a pag. 121, nota 2).
- ↑ Cioè, a papa Martino. E così correggasi poco sotto.
- ↑ Di Ferrara e di Urbino.