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predica decima 247


furti, usure, tradimenti, lussurie, robbarie, guerre e simili? La radice so’ queste divisioni, e se tu se’ involto in questo vizio, mai non ti salvarai, se tu con buon cuore non ti penti e non te ne confessi con intenzione di mai più non tornarvi. Doh! voliamo che basti alla prima parte? Doh! sì.

Tolle la siconda conclusione; che chi confessa mai con boca essere o guelfo o ghibellino, dico ch’egli sta in stato di perdizione. Io tel mostrarò per ragione, autorità et essemplo.

O tu che hai detto e dici con boca che tu se’ o guelfo o ghibellino, o tu il dici con verità, o tu il dici con bugia. Se tu il dici col cuore, io t’ho provato che tu se’ in stato di perdizione: ma se tu il dici con bugia, tu il puoi dire in tre modi. — O tu il dici per piacere — o tu il dici per timore — o tu il dici per sollazzo.

Se tu il dici per piacere a coloro a chi tu il dici, come molti dicono: — Oh! io so’ uno buono guelfo; — e io ti rispondo, tu se’ un buon gattivo; imperò che facendo in questo modo per compiacere alla creatura, tu dispiaci e fai contra il Creatore; e perchè è peccato mortale, tu stai in stato di perdizione. Quia magis oportet placere Deo, quam hominibus. Molto maggiormente se tenuto a compiacere e fare la volontà di Dio,1 che t’ha comandato che mai tu non dica la bugia per alcuno modo; chè piacere agli uomini è una vanità2.

Se tu il fai per timore, impacciàti siamo; che tu vuoi fare danno all’anima tua, prima che dire una cosa che dispiace a colui, et a quella volontà ti volti come si

  1. La stampa con gli altri Codd., se’ tenuto a compiacere a Dio.
  2. Ci parve da correggere la lezione dei Codd., seguita pure dall’Ed. Mil., la qual dice: che piacere agli uomini, che è una vanità.