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xx | vita del santo |
medesimo pensando, dubitava assai della morte seconda, cioè della morte eterna. Istando a questo modo più anni, venne in sè medesimo in grande timore, e rivoltandosi queste cose più volte per l’animo suo, venne in tanto dispregio e delle pompe e de’ fastidi del mondo, che si gittò drieto alle spalle ogni cosa, e cominciò seco medesimo a pensare di volgersi alla vita religiosa, la quale era la vera vita. Volsesi a pigliare una delle dua religioni, o santo Francesco o santo Domenico. Avendo fatto questo proposito in età d’anni ventidua, vendè tutto quello ch’egli aveva, per ispiccarsi in tutto dal mondo, e ogni cosa dette per Dio, ch’erano assai buone sustanze.
Avendo esaminato più volte seco medesimo di pigliare uno de’ dua Ordini, come è detto, in fine si volse all’Ordine di santo Francesco; ed entratovi, cominciò in tutto a darsi di farsi perfetto nella vita ispiritule, e in quella fermare l’abito. E parendogli la via delle predicazioni via di grandissima salute, si volse a quella; nella quale predicazione era cosa mirabile quanto egli vi s’accomodò e colla voce e co’ modi e con la mirabile detestazione de’ vizi ed esortazioni alle virtù; e vi durò lunghissimo tempo. Non s’è trovato uno in che abbino concorso tante parti, quante in lui. Parve che questa singulare dota non solo l’avesse dalla natura, ma egli parve che l’onnipotente Iddio glie l’avesse data singularmente, e tutti questi doni e dell’anima e del corpo. Aveva una universale perizia d’ogni cosa; e questo ufficio della predicazione, come innanzi abbiamo detto, lo faceva maravigliosamente; nella quale illuminò tutto il mondo, che in questo tempo era acciecato e ottenebrato, e massime l’Italia, ch’era piena di queste tenebre, e aveva lasciata ogni norma di buoni costumi, e non era