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236 | predica nona |
grazia di Dio. Dice: Omnibus omnia factus sum, ut omnes facerem salvos. Egli parlava inverso l’anime gentili levate in alto tutte cose e soavi e dolci della gloria. Elli parlava di cose più umane a quelli che non erano tanto levati in Dio. Ma che cosa si può dire di Cristo più bassa che della sua passione? E con tutto che elli parlasse di tali cose, pure elli parlava di cose alte. Sapientiam loquimur inter perfectos. Della sapienza si parla infra’ perfetti; fra’ proficienti di cose mezane; fra l’incipienti di cose più basse, e così in ogni modo parlava di Dio con carità, e la conversazione sua tutta era in carità per amore di Dio.
La settima ed ultima considerazione si è, come è armata la lingua: custodizione. Questa sarà piccola piccola, perchè elli è sabato.1 Hai tu veduto come sta la lingua? Ella sta come sta una città: ella è posta questa lingua col muro e coll’antimurato.2 Tu vedi che le mura della città so’ merlate:3 così è merlato il muro della lingua, sai, i denti; e dentro è la città; e sai che fra il muro di dentro e di fuore è uno fosso. Sòcci ancora i labri, che so’ lo stecato.4 (Donne, verrete domane a udire la predica de’ pulcini e dell’uova non covate?). Tre ragioni so’ perchè Idio ha posto alla lingua lo stecato, el muro, e ’l fossato.5 Sai perchè? Perchè tu consideri perchè
- ↑ Cioè, su questa settima considerazione mi fermerò brevemente, essendo giorno di faccende. Per antica consuetudine in Siena il sabato è giorno di mercato.
- ↑ Per antimuro, come hanno tutti gli altri Codici.
- ↑ Erano merlate, e tali rimasero fino all’ultima guerra di Siena. Ma per i danni che allora subirono e pe’ restauri che posteriormente vi si fecero, i merli rimasero tutti soppressi.
- ↑ Il Cod. Pal., che sono mio steccato.
- ↑ Gli altri Codd., el fosso.