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te: o cittadino, parla poco e fa’ bene; et anco ti dico: parla di rado. Anco Seneca ti disse: Intende libentius auribus audire, quam loqui: — Fa’ che tu attenda piuttosto a udire, che a parlare. Donna, vuoi piacere a tuo marito? — Sì — Or parla poco; non ciarlare, come molte fanno: — chia, chia, chia, chia, — che mai non si ristanno. O elli è mal mendo1 una parlatrice! Noi aviamo che sette volte parlò la Vergine Maria in tutto il tempo della sua vita, e non più. Io non dico che ella non parlasse mai più; dico che di ciò che Ella parlò, in tutto2 noi non aviamo di sette volte. Anco ti dico, terza cosa, che tu parli basso. Dice che tu parli piano; ma questo parlare piano non è detto a noi predicatori, chè a noi ci è detto: Clama, ne cesses, et quasi tuba extolle3 vocem tuam. Elli ci è comandato a noi predicatori, che noi gridiamo forte come una tromba a sgridarvi per farvi astenere da’ vostri peccati. Doh! tu debbi sapere che a volere riprèndare uno peccato, vi so’ più vie che una. Chè vediamo questo tuttodì, che una riprensione più a uno modo che a un altro è sufficiente a farlo rimanere dal peccato; che a tale secolare se li farà una reprensione pia,4 con buone ragioni, con buoni modi, che non sarà a sgridarlo; che so’ molti che ne farebero di peggio. E però si vuole considerare molte volte la persona e anco il tempo, e con modo piacevole, non sgridarlo, acciò che non faci peggio.

Terza considerazione si chiama fondazione. Dove è fondata la lingua? Doh, hai tu veduta la lingua del porco come ella sta? Così sta la nostra lingua attacata al cuore.

  1. Negli altri Codd., membro.
  2. Il Cod. Sen. 6 ., di ciò che Ella parlò mai, in tutto in tutto ec.
  3. Così nei Codd. in luogo di, exalta.
  4. Invece gli altri Codd. hanno, una reprensione piano.