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tre nature, come è l’uomo. — O, o, elli l’ha anco le bestie e li uccelli! — Rispondo che la loro non è loquace lingua. — Elli l’ha la scotta1 e la ghiandaia, e parla e favella. — Che dici tu? Dico che quella lingua non si chiama loquace, ma solo la lingua loquace è data all’uomo, il quale si conviene che abbi in sè ragione: gli altri animali non so’ razionali. Anco conviene che abi irascibilità, e per quello de’ avere la lingua dolce e suave. Anco dee avere concupiscibilità, dove ciò che elli parla, dìe dire con ragione. — Oh, dice colui, o perchè dìe fare queste cose? — Sai perchè? Perchè elli è animale razionale, e a lui è dato di parlare spedito, che sia inteso parlare bene, e parlare la verità a gloria e laude di Dio. — O, o, la ghiandaia parla2 e dice il paternostro e tante cose! — Che dirai?. Dicoti ch’ella non parla se non quello che tu le ’nsegni. Vuoi vedere se la scotta ha loquace lingua? — Sì — Or va’, e domanda la scotta d’una cosa, che tu aspetti risposta di qualche sentimento, e aspetta la risposta, e vedrai che ella non ti rispondarà absoluto3, ma dirà il paternostro e l’avemaria e quelle cose che le so’ state insegnate, e non dirà più là; però che ’l sentimento suo non è razionale. Non è così dell’uomo; chè di ciò che tu domandi l’uomo, elli ti risponde absoluto, e a quello che tu il domandi; della quale (cosa) è detto nella Cantica al quinto cap.: Labia eius lilia distillantia myrrham: —

  1. «Scotta per Gazzera lo usano tuttora là nel Senese; e Scotteggiare dicono per Parlar molto ed a caso, come fanno le gazzere o scotte» (Fanfani, Vocab. dell’Us. Tos.).
  2. Il Cod. Sen. 6: O, o, la ghiandaia e la scotta parla ec.
  3. Qui dovemmo accettare la lezione del Cod. Sen. 6, poichè il nostro Testo legge, a la salute, in luogo di absoluto; che ci pare errore da potersi riferire all’amanuense del Cod.