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200 | predica ottava |
o niuno che sia contento? Ècci niuno che abi avuto niun bene, che non vi sia caduta la mosca? Io non ne trovai mai niuna nè niuno, che non avesse di questi morsi del mondo. Questi so’ i morsi del mondo; e però non ci avere fede, chè elli è traditore. Se è uno buono, elli s’acostarà più tosto a Dio che al mondo, dicendo: — io cognosco che ’l mondo non è d’averci fede, imperò che elli è pieno di falsità; che promette bene, e attiene male. — E però si fugono quanto possono da esso, e accostansi a Dio; de’ quali dice Gregorio: Mala quae non hinc compellunt, cogunt nos cogitare et adhaerere Deo: — E’ mali che ci cacciano di qui, ci sforzano di pensare e di acostarci a Dio. Guarda, guarda nell’Esodo, a csp. xij, di questo populo il quale voleva stare nei diletti del mondo, et in fine piacque a Dio che elli fusse stampeggiato1 d’Egitto, perchè servisse a Dio, e con tutto ciò mormorarono. Simile fa il detrattore; sempre mormora di ciò che si fa, pensando sempre d’avere a stare in questo mondo, il quale elli ama sopra tutte l’altre cose. A’ quali dice Giovanni nella Canonica sua: Nolite diligere mundum, neque ea quae in mundo sunt2: — Non voliate amare il mondo, nè niuna cosa che sia in lui; — imperò che nè in lui nè in niuna cosa non ci è nè pace nè vera consolazione.
Terzo rimedio e modo che tu hai contra al detrattore si è, che elli t’è lecito d’occultare il bene che tu