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186 | predica settima |
bene, ch’io nol dissi per tal cosa. — E questo disse uno dì che v’era poca poca gente; e quando disse mal di lui, v’era assai gente. E per questo dico che elli non sodisfece apieno; imperò che come assai gente vi fu quando diè la infamia, così díe èssare assai gente a spégnarla, et in questo modo de’ uno tomo alle sue parole, voltandole sotto sopra1. Che tomo è questo? Io el chiamo el tomo schiavonesco. O, o, io t’ho inteso! Non hai anco bene, sai, quando è uno detrattore a predica. O, io tel dico più giù. E questo voglio che basti per la siconda particella della prima parte principale, della velenosa operazione.
La terza parte: dico che questo maledetto draco aveva dieci corna e sette teste e dieci diademate; e questo resta stamane a dire, cioè della sua contaminazione velenosa; descritto dove l’Apocalisse dice: Et cum cauda sua traxit tertiam partem stellarum coeli: — Colla sua coda tirò la terza parte delle stelle del cielo. — Udirai, udirai, o donna; e tu uomo udirai domane del cavallo da Luca. — A casa. — Vediamo ora la sua velenosa contaminazione. Sappi che so’ tre generazioni in terra2: vedeli.
Primi non odono.
Sicondi odono e non credono.
Terzi odono e credono.
Alcuni, dico, sono quelli che non odono e non si curano di udire niuno detrattore; però che non s’impacciano de’ fatti altrui. Ma se pure elli avesse udito de-