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predica settima 173

ne scese, e fecene scendere ’l fanciulletto, e vanno a piei dietro ognuno, dicendo: arri là1. E poco poco andaro oltre, e un altro dice: doh! guarda che pazia è questa di costoro, che hanno l’asino e vanno a piei in tanto fango! — Avendo veduto questo santo padre che in niuno modo si poteva vivare, che la gente non mormori, disse al monachetto2: — oltre, torniamo a casa. — Et essendo alla cella, disse il santo padre: — vien qua, figliuolo mio; hai tu posto mente alla novella dell’asino? — Dice il monachetto: — o di che? — O non hai tu veduto che in ogni modo che noi siamo andati, n’è stato detto male? Se io andai a cavallo e tu a piei, elli ne fu detto male, e che, perchè tu eri fanciullo, io vi dovevo pònare te. Io ne scesi e posivi te, e un altro ne disse anco male, essendo su tu, dicendo, che io ch’ero vechio vi dovevo salire, e tu che eri giovano, andare a piei. Anco vi salimo poi amenduni, e tu sai che anco ne dissero male, e che noi savamo3 crudeli dell’asinello per lo troppo carico. Anco poi ne scendemo ognuno, e sai che anco ne fu detto male, che la nostra era pazia andare a piei et avere l’asino. E però, figliolo mio, impara questo che io ti dirò: sappi che chi sta nel mondo facendo quanto bene egli può fare, et ingegnisi di farne quanto a lui è possibile, non si può fare che non sia detto mal di lui. E però, figliuol mio, fatti beffe di lui e nol curare, e non avere voglia d’èssare con lui, chè in ogni modo che con lui si sta, sempre si perde, e da lui non esce se non peccato; e però fatti beffe di

  1. Gli altri Codd., andando.
  2. Gli altri Codd., monacuccio. E questa e le due precedenti lezioni furon preferite da Zambrini.
  3. Idiotismo, non affatto perduto, in cambio di eravamo.