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predica settima 167

ro; ma uno di costoro guastarà più che cento non acconciaranno.1 Tu puoi vedere quanta malizia è la sua. Elli d’un pazzo dirà che sia savio; un savio dirà ch’elli sia pazzo. D’un buono dirà ch’elli è gattivo, e un gattivo dirà che elli è buono. Che puo’ avere pegio? Che li potresti tu agiògnare a volerlo fare più gattivo? Tu non li puoi agiógnare più nulla.2 E sappi che questo è peccato di Spirito Santo, di chi dice che Idio cacciava i demoni in virtù del diavolo, imperò che vogliono dire che quello che è di Dio sia del diavolo. E sappi che chi è in questo peccato, non gli è perdonato nè in questo mondo nè nell’altro. Così anco dissero del cieco nato, quando il trovaro, dicendogli: quis es tu? Elli il diceva. Altri dicevano: Immo non es. El cieco diceva ed affermava: Immo sum: — Io so’ pure esso. — Altri dicevano: — Elli è simili a lui, ma elli non è esso; — e quando egli era adomandato, egli diceva apertamente: — Io so’ colui che ero cieco. — Eglino s’ingegnaro in ogni modo d’occultare l’operazione buona che Idio aveva fatta, e domandando: — Chi è colui che ti ha aperti li ochi? — egli rispondeva: — Egli mi disse colui che m’ha illuminato, che io andasse alla fonte dinatatoria Siloe, e che io mi lavasse, e così ho fatto, e ora vego. — Che fece uno maladetto detrattore? Cominciò a detrarre come egli potè e disse: — Costui non può essere buono uomo, imperò che egli non guarda il sabato: — Hic homo non est a Deo; — e molte belle cose so’ in questo trattato3.

  1. Il Cod. Pal.: Niuno di costoro guasierebbe più che cento non acconciano.
  2. Diversamente negli altri Codd. che leggono così; D’uno buono dirà ch’elli è gattivo, e uno gattivo dirà che è buono, e d’ogni cosa dicano la bugia; tu non li puoi giugnere più nulla.
  3. Cioè, nel racconto della vista resa da Gesù al cieco nato; racconto