Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
158 | predica sesta |
vada a’ conviti degli ebriachi, o di chi dà mangiare carne nei conviti. — O, dicono le donne, dunque noi non doviamo andare a le cortine1, a le nozze? — O, o, elli so’ stati tanto potatori2, che hanno bevuto tanto vino, e mangiatori che hanna mangiato tanta carne pure per frutta, che guai a loro. E però dico che ciascuno si guardi da questi tali vizi. Doh! ode quello che santo Agustino aveva a una sua mensa dove elli mangiava, là dove vi fece fare questi due versi a lèttare grosse, che dicono così:
Quisquis amat dictis absentum rodere vitam,
Hanc mensam indignam noverit esse sibi.
— Qual persona vuole o si diletta di detrarre, non (è) degna di mangiare a questa mensa3. — E però ragunando insomma il mio dire, dich’io ch’io ho parlato del detrattore. Tu hai veduto nella prima parte di ieri la sua crudeltà e malizia, dove dissi draco; del quale vedesti tre malizie, cioè attenzione e bugia et apparenzia di bene; e questo tutto fu ieri. Oggi hai veduto la siconda particella4, la sua superbia, dove dice magnus, dal quale vedesti uscite tre figliuole, temerità, pazzia, e rabbia. Terza, ve-
- ↑ Nel linguaggio senese Cortina vale Vicinato, ed è voce ancor viva nel nostro popolo. Andare a le cortine qui pare adunque che significhi, Andare a que’ ritrovi che si costumavano tra amici e vicini; ritrovi di gaio conversare e talora di liete cene e banchetti. I Senesi vi attendevano assai, e il popolo vi propende tuttora; costumanze da preferire alla stupida musoneria de’ nostri signori.
- ↑ Il Cod. Pal. legge: Elli so’ stati tanti potatori ec.
- ↑ Supplimmo tra parentesi il verbo mancante nel Testo. Il Cod. Sen. 6, non deggia mangiare.
- ↑ Nel Cod. che seguiamo è in questo luogo omissione di alcune parole, senza le quali il senso non corre. Giudichi il lettore. Draco, dal quale vedesti tre malizie, cioè attenzione e bugia et ogi hai veduto la siconda particella, ec.