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predica sesta 157

pitolo de’ Proverbi: Generatio quae pro dentibus gladios habet, et commandit molaribus ecc.1. Dice così che — in iscambio di denti hanno coltella e rodono e’ mascellari. — Questi cotali hanno avelenato et amazzati tanti, quanti so’ coloro che hanno udito e poi parlatone.

Terzo offizio si è che divorano i detrattori, imperò che parlando male di altrui è uno divorarlo. O donne, rompeste mai la quaresima? mangiaste mai della carne o il venerdì o il sabbato o la vigilia del dì comandato dalla Chiesa? Dice colei: — No, sallo Idio; non mai ne mangiai. — Tu menti per la gola, chè tu n’hai mangiata assai volte e hala mangiata cruda per la crudeltà tua. Hai detratto? — Sì — E chi detraesti? — Fu uno uomo2. — Un uomo hai mangiato. — O, io detrassi un prete. — Un prete hai mangiato. — Io detrassi un vescovo. — Uno vescovo hai mangiato. — Detrassi un cardinale. — Un cardinale hai mangiato. — El papa detrassi. — El papa hai devorato. Simile, tu monica; la monica hai mangiata; e tu la tua vicina; la vicina hai divorata. E di questi disse Iob a xviiij capitolo: Quare persequimini me, et saturamini carnibus meis?3 — Perchè mi perseguitate e saziatevi della mia carne? — Anco hai a xxiij cap. de’ Proverbi: Non sis in conviviis ebriorum4: — Fa’ che tu non

  1. È veramente il capitolo trentesimo, e il passo allegato dice così nella sua integrità: Generatio, quae pro dentibus gladios habet, et commandit molaribus suis, ut comedat inopes de terra, et pauperes ex hominibus. (Banchi)
  2. Il Cod. Pal.: E chi? Uno uomo.
  3. E la Volgata: Quare persequimini me sicut Deus, et carnibus meis saturamini? (Banchi)
  4. Nel margine del nostro Testo è di antica mano la correzione del passo addotto: noli esse in conviviis potatorum; e avrebbero dovuto aggiungersi le altre parole del versetto: nec in comm essationibus eorum, qui carnes ad vescedum conferunt.