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152 | predica sesta |
Tu vedi l’essemplo che l’uno lupo non mangia l’altro lupo; el cavallo non mangia el cavallo; la lepre non mangia la lepre; el cane non mangia el cane, el leone non mangia el leone. Ma l’uomo gattivo mangia l’uomo buono, e mai non s’ataca a mangiare, se non il buono. E questo maledetto detrattore fa nell’esercizio suo tre uffizi.
El primo offizio suo si è che’elli avvelena.
El sicondo offizio, sì uccide.
El terzo, divora.1
Primo, avelena. Oh! maledetta léngua, che prima avelena altrui, che ella abi udito parlare; che come elli s’afronta con quello col quale vuol parlare, prima attossica et avelena col detrarre, che altra parola si facci; e sempre porta con seco tre veleni:
Primo veleno si chiama simulativo.
Sicondo, riplicativo
El terzo, sboccato.
Primo è il simulativo, che elli dimostrarà la cosa che elli dicie per modo che non si riparrà2 che elli abbi questo veleno; chè ho già veduto tale avere e sapere tanto bene usare quest’arte, che elli la fa tanto sottilmente, che è una cosa da non potersene guardare. Sai come posso assimigliare questo? Come quando tu tocasse le spine delle scardiccione o del rovo, quando elleno sònno giovannelle, che non possono pógniare.3 Così costoro ti dimostraranno la cosa, che non pare che vi sia spina: ella v’è ma tu non la senti. Vuoi vedere se ella v’è? O resta un poco, e poi là, va’, toca, e trovarai che