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predica quinta 131

noi ci asterremo da essi. Ma noi non crediamo che venga il dì che Idio gli mandi. E io t’aviso che quando elli arà aspettato e aspettato, e elli li mandarà. Guarti, guarti,1 città di Siena; i’ so ben ciò ch’io mi dico. Guarda che a te non si dica quello che si può dire; come disse Idio a Ierusalem, sicondo che scrive el vangelista Luca a xviiij cap.: Vidit civitatem a longe: flevit super illam et dixit: si tu cognovisses tempus visitationis tuae ec.2 Che vedendo Idio la città di Ierusalem in tanta pace, in tanto triunfo, in tanta altezza e gloria, e elli ne pianse, dicendole: — O città di Ierusalem, se tu cognoscessi quello che io vego che ti viene adosso, tu piangiaresti. — E disse — tu piangiaresti, — imperò che elli verrà tempo che tu starai sì male, e sarai assediata per tal modo, e sarai in tanta necessità per li peccati tuoi, che Idio versarà sopra di te tali giudicî, che la madre mangiarà la carne del proprio figliuolo per fame, e in fine non rimarrà pietra sopra pietra, che tutta sarà disfatta per vendetta della uccisione del figliuolo di Dio. O Siena, se’ bella, sì; non quanto fu Ierusalem! Hai pace, sì; non quanta n’aveva Ierusalem! Sei in altura, sì; non quanta fu Ierusalem! E io ti dico: guarda, guarda; chè come il peccato di quelli popoli fece muòvare Idio a ira, così dico che tu li guardi tu, che li peccati tuoi non faccino muòvare Idio. Elli aspetta, aspetta: quando elli avrà aspettato e riaspettato, tiene a mente che elli fece a Ierusalem, sì che non rimase pietra che stesse3 nel suo edifizio, che tutte andarono a sterminio. E questo sia il sicundo.

  1. Il Cod. Sen. 6, guardati, guardati ec.
  2. Così nel Testo: diversamente assai della Vulgata che dice: Et ut appropinquavit, videns civitatem flevit super illam dicens: Quia si cognovisses et tu, et quidem in hac die tua etc.
  3. Il Cod. Pal. legge: non rimase pietra sopra pietra che stesse ec.