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predica quinta | 129 |
di malizia, che mai non poterono vedere che elli fusse Cristo vero Messia. E che sia vero, ode Paolo: Si regem gloriae cognovissent, nunquam crucifixissent: — Se ellino avessero cognosciuto il re della gloria, ellino non l’arebero crocefisso. — Adunque per la mala vita loro nol cognobbero. E così voglio dire: se noi fussimo buoni e cognoscessimo Idio, e facessimo quelle cose che elli ci comanda, e guardassimoci da quello che elli ci vieta, che ci bisognerebbe predica?1 Non a nulla. All’altra.
Siconda cagione è dioturnità della sua divina pazienza. Di lui è detto: Deus iudex iustus et patiens et longanimus: — Idio è iudice giusto, paziente e longanimo; — chè elli ci giudica prima a dirittura; ma elli prima che giudichi, ci aspetta pure, perchè noi torniamo a lui, e che noi ci amendiamo della mala vita nostra. E non ci aspetta poco, anco ci aspetta assai, ch’egli è molto longanimo; che se elli non ci aspettasse, elli ci cacciarebbe nella mala ventura ogni dì; ma elli ci aspetta, aspetta, aspetta. Doh! ode Ieremia: Expecta, respecta, expecta, respecta; manda, remanda, manda, remanda; modicum ibi, modicum ibi: Idio aspetta, e tanto aspetta, aspetta, che egli so’ tagliati insieme,2 e così manda e rimanda i suoi giudicî. Vuoi vedere come elli aspetta e riaspetta? — Sì — Ditemi quanto tempo ha che voi avete avuto pace? Tu tel sai. O giudicî di Dio, come li fai tu andare! Quanti ci so’ di quelli che non videro mai altro che pace! O tu che mai non vedesti guerra, se’ vissuto e vivi male. Idio aspetta e riaspetta, e tanto aspetta, che elli manda e rimanda; e dicoti che se tu non ti guardarai, male capitarai. Non aviamo noi l’esempio3 quanto lui aspettò la conversione di So-