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120 | predica quinta |
mancano queste cose, non può navicare, e avendo l’aqua e mancandoli l’altre cose. Guarda, guarda: simile voglio dire a te, Siena; guarda, che se Idio tira a sè queste cose, cioè la nave, il timone, i remi, chi remichi, e ’l padrone e la carta e l’arbore e la vela, tu andarai male: ogni cosa va a trabocco. E però dico: guarda, guarda, che tu non rimanga a secco! E questo sia detto per l’uno modo.
La siconda cagione è permissiva; e questo si è che i giudicî di Dio vengono nel mondo per li peccati moltiplicati; e quando tu hai dei peccati assai, e’ diavoli ti dànno addosso. E sappi che quando Idio1 ti pone la briglia in collo e lassati fare a tuo modo, allora stai tu ben e male;2 imperò che tu se’ presso a’ giudicî di Dio; chè Idio ha detto al diavolo suo manigoldo, che ti piova qualche giudicîo. E di ciò è detto di David: Dimisi eos secundum malitiam cordis eorum; ibunt in adinventionibus suis. — Io gli lassai fare secondo la malizia del cuor loro, e per quello anderanno nelle invenzioni loro, cioè nello inferno, e non ritorneranno mai. — E come il manigoldo fa quello che Idio li comette che facci, così diventa pessimo quello che facea male, che mai non si pentarà più. E donde credi che sia venuto Guelfo e Ghibellino? Sai donde è venuto? Pure dalle malizie delli uomini gattivi, che hanno fatto per sì fatto modo, che ha fatto che rimane la barba; sai, la barba che non si svelle per fretta. Un dì io vi predicarò di questa barba alla gagliardoza; e dommi a crédare che quando io ve ne predicarò, elli vi parrà entrare in un mondo nuovo. E diròvi di cose che io ne so sì pratico, che vi farò tocare con mano il vo-