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predica quarta | 93 |
proprie operazioni che elli arà fatto in questa vita col corpo, o male che elli abbi fatto, ovvero bene. — E allora, reddet unicuique secundum opera sua. Allora — darà a ognuno sicondo che arà operato.1 — Oimè, peccatori, astenetevi per li tempi a venire, acciò che tu non ti mostri a Dio tanto brutta e oscura.2 Doh! abbi paura della sentenzia etterna edella pena eternale.3
Sicondo è confermare se prima debbi vigilare in far bene, e poi confermarti in esso. Oimè, se tu non curi te medesimo, che speranza si può avere in te? E però fa’ che un poco ti dirizi in Dio colla mente e collo intelletto, prima pensando: — che ho io fatto in questo mondo? — e ognuno consideri se medesimo. O usuraio, che hai fatto? O soddomitto, o traditore, o bastemmiatore di Dio, o ingannatore delli uomini, o succhiatore del sangue de’ pòvari, o sbudellatore delle vedove e dei pupilli; o donna fornicaria, o adultera, o omicida dei fanciulli picolini, che hai fatto, che hai fatto? Sappiate che a tutti vi converrà réndare ragione d’ogni minima cosa che hai fatta contro a Dio e contra al prossimo. Vuoi avere il rimedio? — Sì. — Sai che ti conviene fare, poichè tu hai tanto tempo fatto contra a Dio? La prima cosa che tu facci, non più, non più far male, e poi si vuole far bene. Piglia l’essemplo come colui che vuole andare a Roma, che sta costinci su in Camollìa 4; che, volendo andare a Roma, si mette nella via, e vanne alla Porta Nuova 5 per la dritta via che il condurrà a Roma. Non
- ↑ Il Cod. Pal. sicondo quello che elli arà operato.
- ↑ Qui volge l’esortazione all’anima che deve comparire dinanzi a Dio.
- ↑ Il Cod. Pal. aggiunge: Vigilate.
- ↑ Così chiamasi quella strada della città, che fa capo alla Porta omonima.
- ↑ Altra e bellissima porta della città, che poi fu conosciuta più comunemente col nome di Porta Romana.