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predica quarta 91

la medicina che bisogna allo infermo, e altro è sapere la infermità. Simile, altro è il sapere predicare, e altro è il sapere dire quello che bisogna all’uditore. E però io voglio in questa settimana dirvi di cose che tocaranno a’ piccoli e a’ grandi, a’ vechi e a’ giovani, a uomini e donne, a savi e matti. E sai di che io ti voglio dire? Della linguetta1. O ella è la mala bestia! E però cominciamo stamane, e mettiamo mano a vedere tre misteri.

Primo misterio, ammonizione: Declina a malo.

Secondo misterio, esortazione: et fac bonum.

Terzo misterio, inquire pacem.

O donne, voi vedrete stamane come il mio dire sarà utile alle vostre infermità. E però cominciamo al primo, ammonizione; dove io voglio farvi tre ammonizioni.

Prima ammonizione, bisogna svegliarsi.

Seconda ammonizione, confermarsi.

Terza, in bene esercitarsi.

Che voglio io dire? Che tu debbi vigilare,2 solidare, esercitare ogni cosa in bene. Tòlle il primo, vigilare. Sappi che la mente che non veglia e non pensa di Dio, ha poco intelletto, e per non cognósciare e non intèndare cade in grandissima infermità. Colui che non pensa in Dio ha una infermità,3 la quale si può assimigliare a un male si chiama litargìa. O ella è la mala infirmità! Elli è stato già tale a vedere morire uno di questi cotali, che dicie che quatro dì è stato in transito. Simile male si può dire che abbi l’anima, la quale non ha il pensiero a Dio; anco sta adormentata in transito, aspettando la morte in questo mondo per avere poi l’eterna morte

  1. Del vizio della linguetta; così il Cod. Pal.
  2. Il Cod. Pal.: voglio dire che tu debbi vigilare ec.
  3. Il Cod. Pal.: ha una grandissima infermità.