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IV.

Qui dice come si die lassare il male e fare il bene, assegnando bellissime ragioni.

Declina a malo, et fac bonum: inquire pacem (Psalmus Davit xxxiij). Dilettissimi cittadini miei, le parole preallegate so’ di Davit profeta a trentatre salmi, le quali in sentenzia in vulgare dicono così: — Lassa il male e fa’ il bene, e cerca pace. — Cittadini miei, io so’ nella mia patria, e so’ tenuto e voglio esortarvi tutti, dal grande al picolo e dal vecio al giovano, come ci dice Davit profeta, in brevi parole ed in grandissima substanzia. Tutto quello che bisogna a questa nostra città e a tutto il populo di Siena elli ci dice, e così io dico a voi: — O popolo di Siena, lassa il male e fa’ il bene. —

Ieri io ero morto e ora so’ vivo, e per lo grande male ch’io mi sentii, io non credevo predicare; imperò che io ebbi una purgazione tanto grande, che io so’ mosso xxiiij volte a qua.1 Ora come la cosa si vada, io nol so; so io bene che ero debilissimo, che a pena potevo stare ritto. Io mi sento ora risucitato, e so’ gagliardo per modo ch’io combatterei.2 Ed ho pensiero che questo ch’io ho e che io mi sento, che sia come dice santo Gregorio. Dice santo Gregorio, che Iddio tòlle talvolta

  1. Il Cod. Pal.: e per la grazia di Dio di male che io mi sentii ec. Alla singolarità dell’uomo e alla diversità de’ costumi riferisca il lettore questo breve episodio, nè dimentichi che non siamo in Chiesa, dove soltanto si predica oggi, ma in Piazza del Campo.
  2. Con Orlando, aggiunge il Cod. Pal.