nisse. Fece assai cammino guardando per ogni lato e per ogni verso, ma finì col tornarsene a Siena. Gli venne allora in pensiero di cominciare a poco a poco la vita dell’anacoreta; una tal volta uscì fuori d’una porta della città, colse un’insalata di cicerbite e d’altre erbe, e senza verun condimento prese nel nome di Gesù a masticarla. E non essendo da tanto d’inghiottirla, benchè s’aiutasse con parecchi sorsi d’acqua, si persuase di non avere virtù sufficiente a menare quella vita; per la qual cosa diceva poi, che un boccon di cicerbita gli aveva levato di dosso quelr ardore.1 Ma non passarono forse due anni, e vestì l’abito dei frati minori francescani2, dei quali ricondusse l’Ordine a più stretta osservanza delle regole e discipline monastiche. Tuttavia, come la solitudine dell’anacoreta, così non gli andava a genio neppure la vita contemplativa del chiostro; e secondando il fondamento che gli aveva posto natura, si consacrò al fruttuoso ministero della predicazione, nel quale salì a gran nome per la molta dottrina e ’l pieno possesso de’ sacri libri, ed eziandio pel natural dono di una parola facile, briosa, efficace. Si può dire che, novello apostolo,
- ↑ Il racconto di quest’episodio della giovinezza del Santo è piacevolissimo a leggere nella predica vigesimasettima.
- ↑ Nella citata predica dell’8 settembre si esprime così: «E anco in tal dì qual è oggi io rinacqui, chè oggi fa xxv anni che io mi vestii frate; et oggi fa xxiiij anni ch’io promissi povertà, castità et obedienza.» Sappiamo infatti ch’egli fu accolto nel detto Ordine con deliberazione capitolare de’ 5 settembre 1402.