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80 apologhi e novellette

questo, ch’io vo’ dire? Viene a dire, che io ho tanto compreso, ch’io cognosco ch’elli sònno di due ragion genti. So’ de’ pecoroni, e so’ de’ rincagnati; e cosí voglio dire a voi, come io dissi in Lombardia, dimostrando lo’ la verità. Che era uno capitano in una loro città, e per stare alto e magno, elli dava a colui la casa che era di quello uscito, ed a quell’altro dava la sua vigna, ed a quell’altro il suo bestiame; ed a quel modo era amato, e facevasi grande della roba del compagno. E se consideri, anco so’ di quelli che hanno un altro esercizio nel loro vivare: come pure ine intervenne, che volendo uno tornare a casa sua e fare bene, fu detto a quel signore. Infine, perché a colui gli era voluto bene, elli vi si recava molto mal volentieri. E tornato costui, elli commise a uno suo confidato famiglio, che ordinasse che costui capitasse male. E ’l famiglio, per compiacere al signore stava attento, perché questo gentile uomo capitasse alla intenzione del capitano; ed infine fu cognosciuto come costui era odiato. E volendo il capitano scusarsi, fece pigliare questo famiglio, e fecelo impiccare per la gola; che con tutto ch’elli fusse suo amico, perché elli era pòvaro, ne fu fatto poco conto: ché il suo signore tenne piú caro, che non si sapesse quello che aveva ordinato, che elli non tenne caro il suo famiglio. E questo fu ferro che passò dentro, insino che gli diè la morte. Non aveva buona corazza costui. Un altro è armato di corazza che è tutta d’acciaio; anco non è bene armato. E sai chi so’ coloro? So’ quelli che si mettono in battaglia, sai. O tu che ti metti a grandi pericoli,