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APOLOGHI E NOVELLETTE 75

sia inteso, eccetera. Io ho sí grande la paura de’ fatti vostri, che io triemo di paura che voi non capitiate male. Sape’ perché? Perché io vi vego a pericolo; e perché voi vi potiate o vogliate aiutare, io vi vorrò domane mostrare che voi sete a maggiore pericolo che fusse mai persona. E se io non vi fo toccare il vero, dite ch’io sogni. Sicuramente ditemi: “Frate Bernardino, tu sogni e anfani;” e forse che ci sarà chi il dirà; e io dirò che voi sognate voi. Io non ho a stare qui: io mi partirò; e quando mi partirò, me n’anderò cantando come piangono i tedeschi; e per la temenzia e per lo amore ch’io vi porto, starò sempre con le orecchie levate in alto, quando io udirò ricordare Siena, per la temenzia ch’io ho di voi. E quando io mi partirò, me ne portarò una grande senata di dolori e di sospiri per la paura del vostro capitar male. Sapete perchèFonte/commento: normalizzo? PerchèFonte/commento: normalizzo io temo che e’ non vi venga a predicare un altro predicatore! Doh, immé, che io n’ho sí grande la paura, che tutto me ne turbo in me medesimo! Sai come si chiama? Elli si chiama frate Mazica; e ha uno grande concorso fra la gente mal disposta come voi; e fa tanto frutto nelle sue prediche, che qui a Siena a pena si può credere.


UN RE GIUSTO


Doh. Io vi vo’ dire una cosa che forse vi parrà un gran fatto. Io udii che ’l re Luigi fu uomo molto di Dio, e fu molto savio: certi uomini furono che volevano adomandarli una grazia: vole-