Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/80

68 APOLOGHI E NOVELLETTE

e a ciascuno di loro venne cotali pensieri, come talvolta vengono.“Guarda, ben guarda, guarda!” infine cominciò a dire l’uno a l’altro; “elli si dice cosí e cosí di noi.” In tutto, la donna prese ardire, e disse: “O, per levar via il dir della gente, io direi che quando voi ci veniste, che voi entraste dentro.” “O, o! E che avete voi?” “Anco, non c’è mal niuno.” In tutto, l’uno mirando l’altro, egli entrò dentro; e mirandosi l’uno l’altro in bocca, incomincioro a ridare. Or non diciamo piú lòngo: in tutto ella ingravidò. Dimmi: da che venne questo? Venne per non aversi cura. Cosí vo’ dire a te.


L’INFERMO


Se uno fusse infermo, e avesse la febre, elli ha chi il serve, e dirà al suo servo o alla sua fante: “Doh, dammi un poca d’acqua per bere, ch’io ardo.” Il buono fante e la fantesca dirà: “Io non voglio darvene, imperocché ella vi farebbe grandissimo male.” Elli pure ne richiede, e essi non ne li vogliono dare. Viene egli e dice: “Per certo, se io mi rilevo, io vi cacciarò.” Eglino hanno pazienzia alla ingiuria (che questo lor signore lo’ dice; ché certamente ellino ricevono ingiuria), ché ellino sono bastemiati dal loro signore, e tuttavolta gli fanno bene. Viene costui e chiede alla sua donna; e ella che è tènara, va’ e sí ne li dà; e per questa acqua elli il fa peggiorare. Chi gli ha fatto meglio, o la donna sua o la fante?