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UNA PACE A CREMA


Essendo io a predicare a Crema in Lombardia, e per le parti e divisioni loro erano fuore della terra circa a novanta uomini con tutte le loro famiglie, i quali erano tutti dati per scritto al Duca di Milano; nella qual terra era uno signore molto benigno e dabbene. E predicando io di questa materia pure cupertamente (imperoché questa è materia da non parlare troppo alla scuperta) pure io predicando, parlavo in genere e non in particularità, e non tacevo nulla che fusse da dire. E perché era tempo di vendemmia, io predicavo di notte, e tanto di notte che io aveva predicato all’aurora quattro ore; e quando io venni, a vedere uno a uno tutti venivano a me dicendomi: “Che vi pare che facciamo?” E rimettevansi in me, ch’io gli consigliasse. Allora considerando la loro buona volontà senza niuna contrarietà, cominciai a dire come questo fatto voleva andare. Essi dicevano, che questo stava solamente al signore. El signore era molto mio domestico. Io li dissi quello ch’io volsi, consigliandogli nel bene operare. Nondimeno facendo io l’arte mia del predicare, lassai adoperare a Dio e a loro. E nel mio predicare mi venne detto delle sterminate grida che fanno l’innocenti dinanzi da Dio, contra coloro i quali senza loro colpa lo’ fanno patire pena; domandando vendetta di coloro che gli hanno perseguitati. E tanto l’entrò nella


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