Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/48

36 apologhi e novellette

“O, non è anco delle saragie alla vigna?” Dice il mezzaiuolo: “O, io aspettavo che elleno fusseno un poco piú mature.” Ella disse: “Fa che sabato tu me n’arechi, altrementi non ci arivare.” Egli ne le promisse. El sabato elli ne tolse uno panerotto e impiello di saragie, e viensene a Siena, e portalo a madonna Saragia. Come ella il vide, ella li fece una festa, e piglia questo paniere. “Tu sia el molto ben venuto! Oh quanto ben facesti!” E vassene in camera con questo paniere, e comincia a mangiare di queste saragie a manciate. Elleno erano belle e grosse; erano saragie marchiane. Infine ella ne fece una corpacciata. Tornando el marito a desinare, la donna recò a tavola una canestrella di queste saragie, e diceli: “Elli ci è venuto il mezzaiuolo, e hacci recato parecchie saragie.” E come ebbero desinato, ella recò queste saragie e cominciaro a mangiare, presente il mezzaiuolo. Ella mangiando di queste saragie, pigliava la saragia e davavi sette morsi per una; e mangiandole, costei disse al mezzaiuolo: “Come si mangiano le saragie in contado?” El mezzaiuolo disse: “Madonna, elle si mangiano come voi le mangiavate dianzi in camera, a manciate.” Ella disse: “Uh trista! che dici tu? che tu sia tristo.” “Madonna, cosí si mangiano, com’io vi dico.”

Ecci qui madonna Saragia che si mostra cosí schifa, e fassi tanto della lònga, che si fa una coniglia, ed è una porca? Se tu sei cosí fatta, per udire tu t’amendarai e diventarai buona, avendo tu buona condizione; ma se sarai di cattiva condizione, tu dirai: — Io non vi voglio andare piú, e vorrò fare a mio modo. — Chi sarà cattivo, farà