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28 apologhi e novellette

quanto io ho potuto, col peso del bastone, e subito ho ammazzato piú pecore che io non ho avuto bisogno, e sommene venuto cor una in collo.” Dice il lione: “Oh, questa è l’altra coscienzia sottile! Sai che ti rispondo? Non te ne far mai coscienzia di tali cose; va’ e fa gagliardamente da ora in là, senza pensiero niuno di me.”

E cosí partito il lupo, v’andò la pecora; e andò col capo basso, dicendo: “Be, be.” Dice il lione: “Che hai fatto, madonna ipocrita?” Ella risponde: “Missere, io so’ talvolta passata per le vie, al lato dove so’ seminate le biade, e so’ talvolta salita alla macchia, e vedendo quell’erbuccine verdi e tenaruccie, io n’ho tolti cotali bocconcelli: non l’ho già cavate, ma holle svettate di sopra, sopra quello tenaruccio.” Allora dice il lione: “O maladetta ladra, ladra traditrice, sicché tu hai fatto cotanto male! E vai dicendo sempre be, be, e rubbi in sulla strada! O maladetta ladra, quanto male hai fatto! Oltre; datele di molte bastonate; tanto ne le date, che voi la rompiate tutta quanta, e fate che voi la teniate tre dí senza mangiare niuna cosa.”

Oh, e’ c’è quanto sale in questa novella! Hammi inteso? Corbo con corbo non si cava mai occhio. A proposito: quando sarà uno cattivo lupo o volpe che farà una cosa, cuopre, cuopre che non si vegga, sai, come la gatta. Ma se è la pecoruccia o la capra, cioè la vedova, o il pupillo o un povaretto che dica o faccia una piccola cosa; amazza, amazza, e’ si vorrebbe fare. E cosí è rubbato per modo, che non gli rimane nulla. Lupo e lupo non si mangiano insieme, ma mangiano l’altrui carni. E però vi dico: O tu che reggi, non bastonare