Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/20

viii introduzione

Luciano Banchi, insigne studioso di cose senesi, lo pubblicò in tre volumi nel 1880. Invece ancora inedite son le prediche dette dal santo a Firenze. I brani che formano la presente raccolta li abbiamo tolti dalle prediche senesi, che dànno del resto un’idea completa della predicazione del Santo.

Lo schema della predica, come abbiamo osservato, è scolastico, secondo la tradizione e il costume del tempo, ma la sua eloquenza è veramente originale. Il tema è costituito da una frase biblica: il predicatore analizza la frase, ne trae le imagini reali e simboliche, divide, suddivide, traccia grandi linee, architetta simboli, foggia allegorie, insomma è la solita trama de’ predicatori dell’epoca. Ma san Bernardino vivifica quello scheletro: favole, leggende, paragoni, esempi, moniti, barzellette, aneddoti, minacce, profezie, esortazioni, arguzie; tutto serve a render vivo e vario il linguaggio del Santo. A questo si aggiunga la grandissima popolarità e l’autorità che gli derivavano dall’intemeratezza della vita, dalla serenità del giudizio, dal perfetto equilibrio del suo spirito, dal fervore della sua fede.

Le prediche di san Bernardino si possono paragonare a quelle pitture arcaiche che, attraverso l’uniforme monotonia di una tecnica primitiva, lasciano trasparire calore di vita e splendore di bellezza.

Le quarantacinque prediche senesi del 1427 trattano di preferenza argomenti morali e politici. Cominciano con le lodi della Madonna, iniziandosi la predicazione appunto il 15 di agosto, festa di Maria Assunta in cielo, la protettrice di Siena, Sena vetus, civitas virginis. Preannunzia spesso il tema delle prediche. Ne ha ben quattro sui maldicenti o “detrattori,” tre sulle divisioni politiche, sulle fazioni dei guelfi e dei ghibellini per cui tanto sangue si sparse per le contrade d’Italia. Ha due bellissime prediche su san Francesco d’Assisi. Ne ha inoltre su l’usura, su gli affetti familiari, su i negozi,