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158 esempi e detti morali

piacere. E però, cittadini miei, quando vi ritrovate in Palazzo, dite il vero, e non parlate mai a piacimento. E cosí vogliate che vi sia detto il vero.


III.


Io veggo colà uno porcello salvatico, ch’è stato condotto a la città, e per la pratica del vedere tanto le genti, non fugge come faceva nel bosco; e per la tanta usanza de le persone, uno che andasse a darli qualche cosa, si lassarebbe toccare e grattare, e farestene ciò che tu volesse. E questo addiviene solo per la dimesticheza de la tanta gente ch’elli vede tutto dí. Or va’ al bosco, e alletta uno di quelli che stanno ine; che come e’ ti vedrà, subito fuggirà via. Mostrali de le ghiande e va’ verso lui, peggio. Alettalo: ciro, ciro! Tu potrai ben cantare, che mai elli t’aspetti.


IV.


L’ira è un fuoco già acceso dentro e arde per modo, ch’egli devora ogni cosa che egli trova. — Ché per l’ira che tu avevi in te, che volevi male a colui, quando elli parlava, non parlava di te, e tu pensavi ch’egli dicesse male di te. L’odio che tu gli portavi, ti fece venire quello sospetto. E ’l sospetto che tu hai, adopera tanto nella mente tua, che tutta volta ti pare èssare alle mani; che eziandio dormendo, se una gatta facesse un busso, el farà levar del letto sbalordito, e nel suo