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154 esempi e detti morali

pute a loro di loro medesimi. Vuoi vedere la ragione? Se sònno cento insieme, e tutti putano, la puzza è grande fra loro; perché ve ne giungesse uno o due, non lo’ pare a loro che vi sia piú puza che prima; imperò che ellino puzzano tanto a loro di loro medesimi, che ellino non sentono la puzza d’altri. Questi tali uomini si posson assimigliare al riccio il quale naturalmente puzza; io non dico il riccio della castagna; io dico di quel riccio che si gitta sopra l’uva, il quale ha le penne cosí pontate, che tanto s’involle sopra all’uva, che tutto se n’empie, e cosí se ne la porta via. Il quale riccio si dice che cosí li pute il fiato di sotto, come quello di sopra.


XI.


Costoro i quali vanno cosí detraendo e volendo occultare loro medesimi, si possono adsimigliare alla ranochia. Sai come fa la ranochia? La ranochia fa: qua, qua, qua, qua. Io vi so’ già ito quando elleno dicono pure: qua, qua; e gionto ch’io so’ alla fossa dove elle so’, e come io so’ ine, subito elleno fugono sotto, e niuna fa piú motto. Cosí fa lo infamatore; ché quando elli vuole infamare, elli usa quello dire: qua, qua, qua. Colui che si sente chiamare, va là oltre: eccomi qua, che è? Non è piú nulla.


XII.


Il detrattore va con aparenzia di bene, e parla male d’altrui. Elli va sotto ombra di bello modo, mostrando di avere carità, e la malizia sta aguat-