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esempi e detti morali 151

credo che rispondarebbe: “Figliuolo, aitati tu, ch’i’ ho tanta fatica d’aitare me, che mi basta: imperoché il padre cognoscie che se elli va a badare d’aitare el figliuolo, elli morrà l’uno e l’altro. E però piglia essemplo: non volere usare questa temerità; non mirare tanto i fatti altrui. Doh, udisti tu mai che niuno arricchisse per fare i fatti altrui? Non io; e però dico: fa’ e’ fatti tuoi. E l’uomo savio, non che egli dica male de’ fatti altrui, ma poco parla pure de’ suoi. E sempre colui che è uomo naturale e dritto, cerca di corrègiare i suoi vizi, e non procura troppo i fatti altrui.

Gregorio dà uno essemplo del detrattore molto bello, e dice che elli è simile a colui il quale ha uno monte di polvare, e ’l vento li viene incontra, e elli tiene li occhi inverso la polvare, per modo ch’ella gli entra nelli occhi che li s’empie li occhi di polvare, che non mira se none a quel monte, e non procura il fatto suo, e poi non può veder bene né i fatti suoi né gli altrui.


VII.


Si possono assimigliare [i detrattori] a’ cani che stanno alla becaria, che quando veggono venirvi un cane forestiere, tutti vanno a lui, e annasanlo, e al naso cognoscono che non è de’ loro. Come l’hanno conosciuto, subito cominciano a ringhiare e mostrare i denti; e come si comincia a baiare, tutti i cani li corrono adosso, e chi il morde di qua e chi di là, tanto che tutto lo stracciano; e cosí il cacciano via dicendo: “tu non se’ de’ no-