Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/143


esempi e detti morali 131

figliuola ch’io vedesse mai!” E falla saltare da l’alegrezza, ché comunemente le fanciulle vogliono esser lodate de la bellezza. E come l’ha parlato cosí un poco, ch’elle si so’ dimesticate di favellare, e ella le comincia a dire l’ambasciata, e prima vuole esser pagata o d’ariento rotto o di carne salata o di salsiccie o di farina o di vino o d’olio o di pane. Mai non si sogliono partire, se non hanno qualche cosa: sempre s’ingegnano di furare. E poi le comincia a dire: “Io t’ho recata una buona novella: egli è uno che ti vuole il maggior bene del mondo, di buono amore.” E sempre v’atacano el buono amore. Sai che se lo’ converrebbe fare a queste cotali? Come alcuna altra fece, che come una le cominciò a favellare di queste cose, ella le diè una carica di bastonate. Un’altra fu che quando una l’aveva favellato, e la fanciulla chiamò una brigata di fanciulli e disse lo’: “Andate a casa da la tale con questo fastello de la paglia e mettetelo nell’uscio.” E de’ lo’ uno fastello di paglia, e cosí fu fatto, e arsele la casa.


XIV.


Doh, pensa quando tu omo darai moglie al tuo figliuolo, e daràgli una che non saprà cucire uno pònto, né tenere l’aco in mano, non pure ricucire un poco la calza del marito, quando ella sarà sdrucita nel calcagno, né non saprà fare nulla per casa. Sarà stata allevata come monna Agiata: non saprà fare niuna cosa, se non cose di vanità.