Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/135


ESEMPI E DETTI MORALI 123

a frittella, chi a taglieri, chi a frappole, chi l’aviluppa in su, chi in giú. Oh, egli è il mal segno tange forgie! Ponetele giú, vi dico. Cosí a voi, donne, ponete giú tante vanità: che se voi vi vedeste, voi parete pure civette e barbagianni e locchi.


IV.


Vuoi tu ch’io t’insegni a cognoscere chi è atta a far bene e ha qualche poco di sentimento? Attende: a tre cose le cognoscerai: prima, al ridare, al mostrare de’ denti. Quando tu vedi una che abbi il costume di ridare alla squaternata, che ella apre la bocca, e mostrati tutti i denti, di’ sicuramente che colui o colei sia pazza. Anco si cognoscono allo andare, ché vanno a capo alto, sai, alla sbalestrata. Anco tel dimostra el vestimento che si porta. Se tu vedi uno o una con questi grilli o co le frapole e co le trappole, pensa che cosí le grilla il capo, come di fuore el dimostrano ne la portatura. E come tu vedi le pazie ne’ vestimenti di fuore, cosí pensa che sta dentro nel cuore tutto pieno di chicchirichí. Hai mai vedute di queste donne che hanno il capo grosso? Come tu vedi la civetta, cosí so’ loro: portano i capi a civette. A che è buona la civetta? È buona a ucellare proprio di questo tempo a’ beccamori, che si pigliano ora. Cosí fanno queste che portano il capo grosso a civetta: elleno ucellano i giovani. Tu sai che quando tu poni la civetta in su la macchia, tutti li ucellini se le pongono d’intorno a