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ESEMPI E DETTI MORALI 91

gna d’aitarlo quanto e’ può. Colui che non aita i suoi membri quando hanno difetto, so’ paralitichi per vizio di non avere compassione. Sai chi so’ costoro? So’ coloro che fanno il contrario di quello che dovarebbero fare; che dovendo aitare, e ellino disaitano. Oh, quanto va male, quando va cosí! È morto il marito a una? Non la robbare, ma dàlle vigore. È rimasto il pupillo? Aitalo, non a fiacare il collo; ché non aitandolo tu, quando puoi, tu ne rimani ubrigato all’anima tua, dove tu potevi meritare, che n’eri tenuto, e tu non l’hai aitato e hâne dismeritato. Elli m’è detto, che elli si convien gridare di questa parte della vedova e del pupillo. Io vel dico, vel ricordo e priego, che voi ne siate piatosi e misericordiosi però che essi hanno perduto il capo loro, il padre loro. Tu ne se’ tenuto e in quanto a Dio e in quanto al mondo.


IV.


Ogni volta che tu vieni a dare, dà presto ed allegro. E piú piace al pòvaro uno bichiere d’acqua con allegrezza e con prestezza, che uno quartuccio di vino con accidia e con stento. Sai come molte fanno? El pòvaro o ’l frate chiede la limosina; e ella dice: “Oh, aspettate.” E egli aspettarà talvolta una mezz’ora; e infine quando l’ha fatto stentare, e ella gli getta uno pane da la finestra, e daràgli talvolta intro ’l capo. Questo pur posso io dire di pruova, che quando io andavo acatando, gittandomi una il pane a quel modo, egli mi