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— 47 ― Cap. II ― 3


fino ad un punto in cui si trova altra valle, che da sinistra viene ad immettersi nel Brembo. Qui si attraversa l’acqua (poco distante sono le baite dell’Armentarga), si ritorna indietro seguendo il corso del Brembo, per circa duecento passi, e si trova il sentiero che, salendo a sinistra e girando i varii dossi, conduce al Lago Rotondo.

Il Lago Rotondo (m. 1974) ha due baite e prende il nome dalla sua conformazione rotonda.

Dal Lago Rotondo, guardando verso O. un po’ a destra si vede il Passo di Reseta: più a destra il Passo di Portula.

Si scende dal Passo di Reseta (m. 2291) al quale, dal Lago Rotondo conduce il sentiero che parte dalla baita della Piana un po’ a mezzogiorno del lago. Il passo non ha più di due metri di larghezza da un versante all’altro, e una discesa, nel Vallone, alla Val Seriana, ripida e franosa.

Giunti quasi in fondo al Vallone, si passa sulla riva destra e si scorge poco al dirotto una baita sopra un dosso, intorno al quale fu costruito un muricciolo a secco, per proteggere la mandra contro pericolose cadute nei precipizi. Scendendo in una specie di boschetto che sta sotto la baita e dove scorre molta acqua, si scorge a sinistra, fra la valletta che confina col boschetto, e quella che continua da Reseta, un dosso roccioso, e, sopra questo, un sentiero a zig-zag, che scende fra le due valli.

In fondo al dosso, questo sentiero rientra nel boschetto di destra ed in un’ora circa conduce alle Stalle Archetto.

Dalle Stalle Archetto, che sono sulla riva destra, si passa alla riva sinistra della valle di Grabiasca, si passa vicino a due stalle che si vedono subito in mezzo a un prato, lasciando il sentiero principale e dopo non c’è che da seguire il sentiero mulattiero che scende dalla Grabiasca e va sulla strada quasi in faccia a Gromo S. Marino

Riprendendo la partenza dal Lago Rotondo, si attraversa il Pian dell’Asino e salendo i varii roccioni, si arriva anche da questa parte al Pusso di Portula.

Da questo Passo, che ha un piano di una trentina di metri di circonferenza si scorge subito il sentiero che scende fra le roccie, e che, giunto in fondo alla valle, voltando a destra, conduce nel Piano di Cardeto. Questo Piano una volta lago, ora non ha che tre pozze di acqua, chiamate ancora Laghi: il resto è pascolo sopra fondo di torba. Qui sono tre baite, quella alta, a destra a m. 1946; quella di mezzo, a sinistra, a m. 1861; l’ultima in fine, quella bassa, a m. 1710.

Dalla baita bassa un sentiero mulattiero scende alla baita Nedulo (m. 1488) e da questa a Gromo.

Si può invece tenere più a destra, dritto a mezzogiorno e scendere alle baite di Agnone, la più alta a m. 1770; quella di mezzo a m. 1578. Da qui, guardando a destra verso O., si vede il muraglione di roccia a picco, dal quale per una specie di scala si scende dall’Aviasca e dal Lago Nero.

Dalla baita d’Agnone, si possono fare due vie per scendere a Gromo.

Colla prima, partendo dalla baita, diritti a mezzogiorno, si scende lungo una valle che le sta dinnanzi, senza bisogno di sentiero, e si va alle case di Selva d’Agnone, frazione di Valgoglio, che si scorgono in lontananza fra mezzo a prati, appena si è un poco discesi lungo la valle. Giunti a Selva di Agnone (m. 1145), un sentiero mulattiero, acciottolato, scende a Valgoglio (m. 934) ed a Gromo (m. 671).

Colla seconda invece si tiene più a sinistra, si entra nella selva di Agnone, e si scende direttamente a Valgoglio ed a Gromo, (vedi cap. VII).